L'umore delle borse è fragile, dato che il pericolo di nuove turbolenze nel settore bancario non è ancora scongiurato. Inoltre i rischi di recessione rimangono elevati. Intanto le chiusure trimestrali di molte aziende americane sono state superiori alle attese.
Ancora una volta è emersa la precarietà su cui poggiano al momento le borse. Dopo un avvio tranquillo, a metà settimana i mercati azionari hanno subito pressioni di vendita. I deboli dati di bilancio della banca regionale USA First Republic hanno alimentato il timore degli investitori di una nuova crisi bancaria. A suscitare nervosismo sono stati inoltre i dati congiunturali da oltreoceano: ad aprile la fiducia dei consumatori USA è sorprendentemente peggiorata. Il rischio di una recessione rimane elevato. Intanto la stagione delle comunicazioni relative al primo trimestre procede a pieno ritmo. La grande domanda di soluzioni cloud e solide entrate pubblicitarie hanno assicurato ad Alphabet e Microsoft un risultato trimestrale sorprendentemente forte.
La politica monetaria restrittiva lascia tracce. Nel primo trimestre, l'economia USA ha registrato una crescita di solo l'1.1%. Non è stata quindi per niente centrata la stima di consenso degli analisti dell'1.9%.
La prossima settimana la Fed e la Banca centrale europea (BCE) decideranno in merito ai rispettivi tassi di riferimento. Le previsioni sono che entrambe procederanno con un ulteriore rialzo.
In questo clima i mercati continuano ad essere deboli e con un'intonazione non chiara sia sul fronte azionario che su quello obbligazionario. Come già detto in precedenti newsletter è una fase di mercato di attesa dove inflazione, guerra, politiche monetarie sono "nubi" sul mercato di difficile intepretazione nel breve. Il loro impatto sarà comprensibile solo nel medio periodo.
Il suggerimento, come sempre, è di pianificare correttamente orizzonte temporale e allocazione dei propri risparmi.