Settimana contraddistinta da grande prudenza dei mercati finanziari. 

La colpa di questo ritorno di incertezza ha qualche motivazione, sia reale che psicologica.

I dati sull’interscambio cinese di aprile hanno mostrato una caduta delle importazioni, che pone seri dubbi sulla reale ripresa dei consumi interni in Cina dopo la fuoriuscita dalla pandemia Covid e la completa liberalizzazione dei movimenti. Chi puntava sul ritorno della Cina come motore di traino dell’economia globale deve aver masticato amaro nel vedere dati che non presentano segni di accelerazione della domanda interna, senza la quale sarà difficile riavvicinare i ritmi di crescita a cui la Cina ci aveva abituato prima del Covid.

Psicologicamente non è stato affatto gradito il ritorno di dubbi ed incertezze sulla crisi bancaria americana. Qualche perplessità sul primo incontro tra Biden ed i rappresentanti dei due schieramenti, democratico e repubblicano, per cercare una mediazione che consenta l’innalzamento del tetto del debito ed eviti il fallimento tecnico degli USA. Non è stata trovata un’intesa, ma solo l’impegno ad incontrarsi di nuovo. Nessuno sperava in una rapida soluzione. Però il tempo stringe, dato che il ministro Yellen ha ribadito che i fondi disponibili fino al tetto del debito si esauriranno nei primi giorni di giugno.

L’inflazione USA di aprile è risultata poi sostanzialmente in linea con le attese. Il dato mese su mese è stato +0,4% sia per l’inflazione globale che per quella “core” ed ha coinciso alla perfezione con le attese degli analisti. Il dato annuale, per il gioco degli arrotondamenti, ha mostrato quella globale al 4,9% dal 5% delle attese e del mese precedente. Quella “core” è risultata al 5,5%, in lieve calo dal 5,6% di marzo ed esattamente coincidente con le previsioni degli analisti.

Non c’era quindi ragione né per esultare, né per deprimersi.

Ma i mercati, che hanno atteso nervosamente per due sedute questo dato, hanno dovuto scaricare con un aumento di volatilità l’adrenalina accumulata.

Prevale in sostanza il clima di incertezza sui mercati. Il rialzo del tasso di interesse in Inghilterra ha addensato di nuovo le nubi sulla politica monetaria prossima della BCE e quindi le sedute della settimana sono state sempre volatili ed incerte sulla scorta della tendenza di medio periodo piuttosto conclamata. 

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