La situazione sui mercati finanziari migliora nel sentiment soprattutto perché sono mancate le cattive notizie che avevano caratterizzato le ultime settimane, confermando il vecchio adagio…no news, good news.

E di cattive notizie ce ne sono state ultimamente per le borse, che hanno dovuto digerire l’amarissimo boccone delle difficoltà delle banche regionali americane e poi, quasi consequenzialmente, l’affare Credit Suisse in Europa. Un allargamento del focolaio che, per la crucialità del comparto, poi facilmente rischiava di interessare tutto il mercato e divampare quando la cosa ha toccato anche Deutsche Bank, uno dei centri nevralgici del mondo finanziario. Ma, come correttamente evidenziato da diversi analisti, DB non è Credit Suisse (per redditività e struttura degli asset) e dopo le rassicurazioni in ambito europeo, le acque sono tornate a calmarsi. Una quiete che nasconde comunque almeno un paio di elementi che continuano ad essere presenti nel radar degli investitori. Il primo relativo alla fuga dai depositi, fattore che interessa molto il comparto delle banche minori americane: anche negli ultimi giorni l’afflusso verso i fondi monetari, se pur in decelerazione, è continuato e l’uso del paravento delle garanzie Fed ha evitato per ora altri pesanti downside. Una situazione difficile (soprattutto in termini di fiducia) da invertire, se non con riduzioni di redditività degli istituti bancari o con una giravolta della Fed che preveda tagli ai tassi (che il mercato sconta). Il secondo è relativo ancora al fantasma dell’inflazione, che va ancora monitorata in quanto, se scende meno del desiderato, non permette alle banche centrali un rilassamento nelle politiche monetarie e può minare il livello dei consumi (ancora su buoni livelli). Le borse cercano di incorporare questi timori e restano inserite in una tendenza ancora positiva nel breve, con la speranza di diventare qualcosa di più. Il porto sicuro dei beni rifugio (oro, governativi) ha visto qualche smussamento, a conferma di un rimbalzo del sentiment dopo due settimane vissute sull’ottovolante.

Il contesto generale vede una situazione contrastata con le previsioni sulla recessione con due scuole di pensiero tra chi la vede vicina e chi la cataloga non prima del 2024 se non addirittura il 2025. Anche i dati sull'inflazione non sono univoci con soprattutto il dato UE in contrazione oltre le attese. Il mercato continua ovviamente a monitorare costantemente i dati. 

In questo contesto le Borse hanno avuto delle sedute positive e lo S&P 500 è tornato sopra quota 4000 e la crescita o il rimbalzo che dir si voglia ha riguardato anche i listini Europei e quelli Asiatici. 

Di contro il comparto obbligazionario divenuto nelle due settimane precedenti una sorta di bene rifugio ha visto un arretramento e soprattutto un rialzo dei rendimenti.

In ambito materie prime rimbalzo del paniere generale grazie soprattutto alla crescita del prezzo del petrolio. Pressochè stabili oro e cambio EUR/USD

Fonte: ufficio studi Consultique SpA 

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