LE RATE NON PAGATE DALLE FAMIGLIE ITALIANE VALGONO 15 MILIARDI

E' la sintesi dello studio di FABI (Federazione autonoma bancari italiani) sulla situazione dei pagamenti delle rate dei finanziamenti fotograta a marzo 2023.

L’aumento del costo del denaro, l’incremento dei tassi e la corsa dell’inflazione riducono il reddito disponibile e mettono in difficoltà i clienti delle banche nel rispettare le scadenze. I crediti deteriorati delle famiglie sono arrivati, a marzo scorso, a 14,9 miliardi: 6,8 miliardi di mutui non pagati, 3,7 miliardi di credito al consumo non rimborsato e 4,3 miliardi relativi ad arretrati di altri prestiti personali. Del totale di 14,9 miliardi, 5,7 sono sofferenze, cioè credito che la clientela non rimborserà più, altri 7,1 miliardi sono inadempienze probabili, circa 2 miliardi sono rate scadute. In Lombardia e Lazio l’ammontare delle rate non pagate è oltre i 2 miliardi. I mutui a tasso variabile, colpiti dai tassi in salita, ammontano a 140 miliardi. Campania, Puglia e Basilicata, Sicilia e Veneto superano il miliardo. Sileoni: «Da parte della Bce serve più cautela nelle prossime decisioni. Lo spalma-mutui di cui si parla da giorni non è necessariamente a costo zero né privo di rischi. I clienti chiedano consigli in banca prima di prendere decisioni»

Le difficoltà delle famiglie riguardano soprattutto i mutui a tasso variabile, particolarmente colpiti dall’aumento del costo del denaro portato dallo 0 al 4% in 11 mesi: questa categoria di prestiti immobiliari vale in totale circa 140 miliardi e rappresenta un terzo del totale di 425 miliardi erogati.  Sul piano territoriale, in cima a questa particolare classifica, ci sono Lombardia e Lazio con un ammontare delle rate non pagate oltre i 2 miliardi. Campania, Puglia e Basilicata, Sicilia e Veneto superano il miliardo. Emilia Romagna, Piemonte e Valle D’Aosta, e Toscana restano poco sotto il miliardo. Più contenuto il valore delle somme non pagate nelle regioni più piccole come l’Umbria dove le rate non pagate ammontano a 226 milioni, la Liguria (361 milioni) e la Calabria (418 milioni).

L’analisi sul totale dei crediti deteriorati delle banche riconducibili a nuclei familiari, frutto di elaborazioni Fabi su statistiche della Banca d’Italia, consente di fotografare una situazione di difficoltà nel Paese. Sono infatti quasi un milione le famiglie italiane, strette tra la morsa dei tassi e la corsa dell’inflazione, in arretrato con le scadenze relative a prestiti bancari. La massa di debiti ammalorati è arrivata, a marzo scorso, a 14,9 miliardi: 5,7 miliardi corrispondono a sofferenze (clientela che non pagherà più), 7,1 miliardi sono inadempienze probabili (credito che potrebbe diventare sofferenza), circa 2 miliardi sono rate scadute (posizioni meno rischiose). Più nel dettaglio, 6,8 miliardi corrispondono a mutui per l’acquisto di abitazioni e sono così composti: 2,7 miliardi di sofferenze, 3,4 miliardi di inadempienze probabili, 621 milioni di rate scadute. Ulteriori 3,7 miliardi sono riferiti a credito al consumo: 1,2 miliardi di sofferenze, 1,4 miliardi di inadempienze probabili, 1 miliardo di rate scadute. Gli altri prestiti (come quelli personali, chiesti senza una finalità specifica) hanno generato 4,3 miliardi di deterioramento: 1,7 miliardi di sofferenze, 2,2 miliardi di inadempienze probabili, 339 milioni di rate scadute.

Mutui erogati a quota 425 miliardi. Il valore complessivo dei mutui per l’acquisto di abitazioni ammontava, a fine aprile 2023, a 425,5 miliardi di euro, in crescita di circa 50 miliardi rispetto a fine 2017 (+13,4%). Circa un terzo del totale, vale a dire 140 miliardi, si riferisce a mutui a tasso variabile. Sul totale di 25,7 milioni di famiglie italiane, quelle che hanno un mutuo sono circa 3,5 milioni, su un totale di 6,8 milioni di cittadini indebitati anche con altre forme di finanziamento, come il credito al consumo e i prestiti personali. Tra credito al consumo e prestiti personali, le banche hanno erogato 251,2 miliardi di euro di prestiti ai cittadini, in linea con i valori di fine 2017, ma in rallentamento rispetto alla tendenza degli ultimi mesi, segno dell’incidenza negativa dell’aumento dei tassi d’interesse.

Alleviare l’impatto dell’aumento delle rate di rimborso dei muti a tasso variabile è l’appello rivolto nei giorni scorsi alle banche. Si parla, pertanto, di spalma-mutui. Ma come si potrà ottenere un alleggerimento della rata? Ci sono rischi per le famiglie? Le proposte da parte delle banche sono svariate: possibile allungamento dei tempi di rimborso dei mutui a tasso variabile, inserimento di un tetto massimo di variazione dei tassi, sospensione temporanea del pagamento della quota capitale delle rate dei mutui a tasso variabile e/o fisso. Tutte le soluzioni non sono a costo zero per le famiglie e imprese, perché ognuna di essa modifica il piano di ammortamento del prestito, perciò, la “sensibilizzazione” della clientela deve essere valutata bene. Quello che è necessario è fare attenzione a tali aspetti e valutarne la convenienza in funzione delle caratteristiche originarie del mutuo (importo, durata, tipologia di tasso, fisso o variabile, tasso di interesse nominale, tipologia di ammortamento) nonché della durata della sospensione richiesta. L’allungamento delle rate comporta un maggior esborso in termini di interessi e può precludere, alla clientela, di beneficiare a pieno di un eventuale, e probabile, calo dei tassi nel medio-lungo periodo.

Sin qui l'attenta analisi di FABI su una situazione complessa e che merita molta attenzione per l'equilibrio finanziario in primis delle famiglie italiane e di riflesso per il sistema finanziario portato a reggere l'urto di questa situazione. Non vogliamo entrare in questa sede nel dibattito sull'azione forte della BCE di rialzo dei tassi (il prossimo 27 luglio salvo variazioni vi sarà l'ennesimo rialzo che porterà il tasso ufficiale al 4,25%) ma di certo reiteriamo l'appello a effettuare una profonda e accurata analisi e piannificazione finanziaria (magari con l'ausilio di un consulente indipendente) prima di accendere un finanziamento. Al momento non vi è nessun obbligo legislativo (differentemente da quanto accade per qualsiasi forma di investimento) ma la decisione che si prende, specie nel caso dei mutui, è una decisione che influenza un tratto lungo e significativo della nostra vita. Sarebbe pertanto auspicabile avvalersi di un supporto professionale per scegliere e pianificare al meglio l'importante passo che si sta per affrontare al fine di programmarlo al meglio e prevenire quanto più possibile problematiche nel corso del cammino.  

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