Anche quest'anno Agosto si conferma un mese avaro per gli investitori.
Volatilità in aumento sui mercati finanziari con performance negative su tutte le principali piazze borsistiche la scorsa settimana.
Vari i segnali alla base della terza settimana consecutiva di debolezza sui mercati.
Il più eclatante è la crisi immobiliare cinese che riporta alla memoria quanto avvenuto nel 2021. Allora il governo cinese riuscì a sviare l'attenzione da un fenomeno che in questo mese è tornato prepotentemente sotto i riflettori. Negli ultimi giorni si allunga la lista delle grandi società di costruzioni che lanciano segnali di massicce crisi di liquidità. La prima è stata Evergrande, che aveva segnalato difficoltà qualche settimana fa e che venerdì scorso ha chiesto in USA la protezione federale dal fallimento, dichiarando di fatto la sua insolvenza. Visto che anche grandi colossi del settore lanciano segnali di difficoltà, il rischio contagio si fa sempre più probabile. Il governo cinese sdrammatizza, ma intanto ha sospeso la pubblicazione mensile delle statistiche sulla disoccupazione giovanile, dopo che la percentuale di giovani “non lavoratori” ha superato a luglio il 21%.
Un secondo elemento di incertezza e preoccupazione pare essere, paradossalmente, la forza dell’economia USA, che continua fornire dati macroeconomici solidi, in evidente contrasto con le debolezze degli indicatori anticipatori, che da mesi annunciano una recessione che non arriva mai.
Il mercato obbligazionario in queste settimane agostane è stato così costretto a riconsiderare le sue aspettative, ridimensionando le illusioni che presto arrivi la tanto agognata svolta nella politica monetaria FED, per posizionarsi su attese di tassi più alti e per maggior tempo.
Insomma si apre una settimana con una condizione precaria per tutti gli indici azionari. Dal 24 al 2026 a Jackson Hole si terrà, inoltre, il meeting delle Banche Centrali e la memoria torna all'intervento di Powell dello scorso anno che contribuì al ribasso dei mercati.
Vedremo se prevarranno i timori di una ripetizione del "film" dello scorso anno o ternerà l'ottimismo che fino a poco più di due settimane fa prevaleva su mercati azionari e obbligazionari.